La nostra storia
“Scrivere la storia è un modo
di sbarazzarsi del passato”
A traghettare la cooperativa verso la vera e propria espansione saranno gli anni ’80: del 1982, infatti, è la seconda comunità aperta a Rogno, simbolo di questa nuova fase che continuerà per tutto il decennio in maniera esponenziale contando l’apertura di circa 1 o 2 comunità nuove ogni anni. Questo fu un periodo intenso anche per quanto riguarda la sensibilizzazione dell’opinione pubblica che, sulla scorta degli anni’ 70, iniziava a prendere confidenza con il fenomeno delle dipendenze grazie anche al lavoro della cooperativa di Bessimo che giocava un ruolo importante nei territori sede delle sue comunità.
Il tema, in particolare, era quello del diritto alla cura per il quale veniva messa in atto la parte più importante di lavoro verso l’esterno al fine di far comprendere alla gente che la cooperativa non svolgeva un’opera mossa dalla pietà o dalla bontà ma operava per offrire strutture e persone qualificate ad altre persone che necessitavano di curare un problema alla stregua delle altre patologie che vengono curate negli ospedali: conferenze, serate informative, gruppi sul territorio con i volontari che erano, in quegli anni, una grande risorsa per portare a termine il lavoro di recupero dei tossicodipendenti.
Si cominciava anche a lavorare in squadra con altre realtà del territorio, con altre cooperative e con servizi pubblici come i Ser.T – i Servizi per le tossicodipendenze – per fare rete e impedire che, le comunità, diventassero dei mondi chiusi ma che, al contrario, fungessero da attori di un più grande progetto sociale come fu, ad esempio, per la nascita del C.N.C.A – il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza – che la cooperativa di Bessimo contribuì a fondare ed avviare e al quale seguirono il SolCo Brescia e il progetto Acquario poi sfociato nel Consorzio Gino Mattarella (CGM).
Verso la fine del decennio avvenne una grande trasformazione con la scrittura dei primi contratti di lavoro per i volontari e per gli operatori esterni dove venivano definiti ruoli, orari lavorativi, retribuzioni quando, fino a quel momento gli operatori e i volontari venivano domiciliati presso le strutture della cooperativa. Nel frattempo avvenne un piccolo grande ricambio generazionale grazie al quale la cooperativa iniziò ad introdurre figure e servizi finalizzati alla gestione, all’organizzazione e all’amministrazione delle attività anche in un’ottica di impresa.



